In Penisola Sorrentina, tra paesaggi mozzafiato e acque limpide, c’è spazio anche per l’arte. In particolare, nella forma dell’intarsio, da secoli sinonimo di tradizione.

 

 

Quando si visita la Penisola Sorrentina, il tempo sembra scorrere sempre troppo in fretta. A offrire questa sensazione sono le bellissime e numerose esperienze che è possibile vivere da queste parti, ove è molto facile lasciarsi suggestionare dalle tante meraviglie che questa terra è in grado di offrire. 

Meraviglie non solo paesaggistiche – come Punta Campanella e la Baia di Ieranto – ma anche enogastronomiche, tra le quali spiccano gli spaghetti alla Nerano. E, come se non bastasse, a deliziare i turisti c’è anche l’arte. In particolare, quella che prende la forma dell’intarsio, tecnica di lavorazione del legno finalizzata alla creazione di opere di vario tipo. 

Storia 

L’intarsio è una forma d’arte che può farsi risalire all’epoca dell’antico Egitto. Pur non essendo originario di Sorrento, è proprio qui che esso ha trovato terreno fertile in cui sbocciare.

La storia dell’intarsio sorrentino inizia tra il XIII e XIV secolo, a opera dei monaci benedettini che abitavano nel monastero di Sant’Agrippino. Lavorando pezzi di legni ricavati da alberi di limoni, arance e noci, essi furono pionieri di questo slancio artistico, dando vita a risultati decisamente ammirevoli. 

Molte creazioni dell’epoca sono ammirabili ancora oggi, essendo custodite in alcuni luoghi sacri della zona.

L’ammirazione dei Borbone

Da allora in poi, questa forma d’arte si è sviluppata costantemente, per merito di un sempre crescente numero di artigiani specializzati nell’intarsio. Al fine di non sprecare questo sapere artistico, ma anzi per preservarlo e tramandarlo, fu istituita un’apposita scuola. Era il 1886, ma già in precedenza si era capito che l’intarsio sorrentino rappresentava un valore aggiunto del territorio. 

Valore che non lasciò indifferente neppure Francesco di Borbone, re del Regno delle Due Sicilie dal 1825 al 1830. Incantato dalle realizzazioni artigianali, il re commissionò agli artisti sorrentini alcune opere lignee, con cui arricchire il patrimonio artistico del Palazzo Reale di Napoli.

Il museo

L’intarsio sorrentino è oggi una realtà pienamente conclamata. A confermarlo è il recente inserimento di quest’attività nell’Inventario del Patrimonio Culturale Immateriale Campano.

Inoltre, a suggellare l’importanza dell’intarsio, è stata anche la creazione del Museo Bottega della Tarsia Lignea, ubicato proprio a Sorrento. Più specificamente, esso è ospitato in un edificio sito in via San Nicola n. 28. Il palazzo si sviluppa su tre livelli, interamente dedicati a quest’attività artigianale. 

Visitare il museo è un’esperienza molto interessante, perché consente di conoscere la storia dell’intarsio ligneo, sia mediante le creazioni che tramite un percorso fotografico.

Dove comprare gli intarsi

Una visita al museo è anche l’occasione giusta per compiere qualche acquisto, essendo possibile sfruttare le proposte commerciali disponibili all’interno.

Tuttavia, se si ha intenzione di ammirare quante più creazioni possibili per poi scegliere cosa comprare, allora è suggeribile un bel giro nel centro di Sorrento. Qui, tra le varie botteghe presenti, si potrà individuare il souvenir preferito da portare a casa. 

Potrà essere una scatoletta multiuso, un portagioie, un tavolino, un’immagine sacra o altri capolavori artigianali. Tutti ugualmente belli, essi differiscono soltanto per il prezzo.

Tour nei laboratori artigianali

Sei innamorato a tal punto dell’intarsio da non poterti accontentare di una visita al museo o di un giro per le botteghe? Allora sappi che per te c’è in serbo qualcosa di molto interessante. Esistono infatti agenzie specializzate nell’organizzazione di visite ai laboratori artigianali ove viene lavorato il legno. 

Il tour dura all’incirca due ore, durante le quali potrai seguire più da vicino il processo di creazione di un intarsio, carpendone così tutti i segreti. Inoltre, quel che imparerai potrai metterlo immediatamente in pratica. 

Come? Sfruttando l’opportunità che ti verrà concessa. Se vorrai, potrai essere infatti artigiano per un giorno. Con l’aiuto di un artista esperto, sarai in grado di creare un piccolo souvenir in legno, da portare a casa ed esibire con orgoglio a parenti e amici, ai quali potrai dire che a Sorrento l’arte è ovunque. 

Nel paesaggio, a tavola e anche nelle creazioni lignee. 

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Un viaggio in Penisola Sorrentina è un’esperienza che appaga tutti i sensi. Anche il gusto, squisitamente esaltato dagli spaghetti alla Nerano.

 

 

Gli spaghetti alla Nerano confermano che la Penisola Sorrentina è una terra capace di regalare emozioni di ogni genere. Non soltanto quelle che le sue spiagge più belle e i suoi borghi caratteristici sono in grado di suscitare, ma anche quelle che è possibile vivere a tavola.  Sì, perché questa zona vanta una tradizione culinaria lunga e articolata che ha dato vita a una storia gastronomica composta da pietanze di vario tipo, tutte così gustose da meritare almeno un assaggio. 

Come, per l’appunto, gli spaghetti alla Nerano. Una prelibatezza che non ci si può lasciar scappare, se si vuol cogliere a pieno tutta la bellezza della Penisola Sorrentina.

Ti interessa conoscere meglio questo piatto succulento? Allora dai inizio alla lettura. 

Ma fai attenzione, potrebbe venirti l’acquolina in bocca.

Storia 

Gli spaghetti alla Nerano non temono la concorrenza dei piatti gourmet, perché non passano mai di moda. Anzi,  riscuotono un successo costante su ogni tavola. Ciò grazie alla loro storia, fatta di semplicità e coincidenze fortuite. 

Ed è proprio per merito di una casualità che nacque il piatto di cui stiamo parlando.

Per capire meglio la situazione, bisogna fare un tuffo nel passato. Più precisamente, occorre catapultarsi in una serata del 1952, quando al ristorante “Maria Grazia” di Nerano, si presentò un cliente abituale in compagnia di alcuni amici. Si trattava di Francesco Caravita, principe di Sirignano, di ritorno da Capri. 

La dispensa era ormai vuota, ma ciononostante la signora Maria Grazia fu in grado di imbastire un piatto di spaghetti conditi con zucchine e un tris di formaggi.

Servito in tavola, il piatto fu apprezzato così tanto che, da allora in poi, divenne una specialità della cucina locale.

Il mistero della ricetta

I rebbi della forchetta affondano tra gli spaghetti, li avvolgono in un intrico di sapori squisiti pronti a esaltare il tuo palato. Un’estasi capace di appagare finanche un principe, è proprio il caso di dirlo.

Ma quali sono gli ingredienti alla base di tale prelibatezza?  

Assodata la presenza della pasta e delle zucchine fritte, resta da capire quali siano i formaggi che addensano la portata, formando quella cremina da acquolina in bocca. 

Continua a leggere e lo scoprirai.

Provolone del Monaco, sì o no?

In molti ristoranti, così come in numerose famiglie, viene utilizzato il Provolone del Monaco (prodotto dop della Penisola Sorrentina), che però non è un ingrediente della ricetta originaria, essendo stato riscoperto soltanto a partire dagli anni ‘80.

E allora, cosa utilizzò la signora Maria Grazia nel corso di quella fatidica sera? Non si sa con esattezza. 

Di certo si trattò di formaggi locali, ma quali – di preciso – resta un mistero la cui soluzione si presta alla libera interpretazione di chi si mette ai fornelli.

Dove gustarli?

Dunque c’è anche una piccola dose di mistero a rendere ancor più intrigante questa prelibatezza, che va assolutamente assaporata.

Magari al termine di un’escursione a Punta Campanella o sul Monte San Costanzo, quando lo stomaco inizia a brontolare e sedersi a tavola diventa un desiderio impellente.

Trattandosi di un piatto tipico della zona, può essere gustato un po’ ovunque. A partire dal ristorante “Maria Grazia” a Nerano, ove questi spaghetti furono inventati più di mezzo secolo fa, per finire a uno dei tanti ristoranti che si affacciano sulla Marina del Cantone.

Da non sottovalutare nemmeno la possibilità di spostarsi dal luogo in cui fu inventata questa pietanza. A detta di molti, vale la pena visitare la trattoria “Eughenes” a Termini (frazione di Massa Lubrense), dove gli spaghetti alla Nerano sono così buoni da leccarsi i baffi.

Quale vino abbinare?

La Penisola Sorrentina è un territorio che dispone di un’apprezzabile tradizione vinicola. Molti sono i vitigni che offrono nettari deliziosi, magari da gustare nel corso di un aperitivo al tramonto o in abbinamento a un buon piatto di pasta.

In questo secondo caso, agli amanti del buon bere può tornare utile sapere che gli spaghetti alla Nerano formano un match perfetto sia con la Falanghina che con il Biancolella

Entrambi vini bianchi, si fanno apprezzare per il profumo delicato e il sapore asciutto e fresco, che ben bilancia la sapidità dello spaghetto alla Nerano, così da regalarti un’emozione unica, che resterà impressa tanto nella tua mente quanto sulle tue papille gustative.

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Tra leggenda e realtà, il passato de Li Galli è affascinante. Al pari del suo presente, fatto di ricercatezza ed esclusività.

 

 

L’arcipelago de Li Galli desta sempre interesse. Che lo si ammiri dall’alto, magari nel corso di un’escursione sul Monte San Costanzo, o che lo si noti ergersi all’orizzonte mentre si fa rotta verso la Baia di Ieranto, questo tris di isole suscita curiosità in chiunque. 

Sarà per la sua forma particolare, per la sua storia intrisa di mitologia, o per la sua capacità di calamitare il jet set internazionale, fatto sta che esso esercita un fascino indiscutibile.

Vuoi conoscere meglio questo arcipelago, magari facendo un tuffo tra mito e realtà? 

Allora dai inizio alla lettura. Ne varrà la pena.

Posizione e composizione

Situato al largo della Penisola Sorrentina, Li Galli è uno dei luoghi più suggestivi nel panorama marino della Campania.

Esso è composto da tre isole, che sono:

  1. Il Gallo Lungo: che si distingue non soltanto per essere la più grande, ma anche per la sua forma, che ricorda quella di un delfino; 
  2. La Rotonda: un gioiellino di piccole dimensioni, quasi interamente ricoperto da macchia mediterranea; 
  3. L’Isola dei Briganti: così chiamata perché, secondo la leggenda, un tempo era un covo di pirati.

Infine, va specificato che Li Galli fa parte del territorio di Positano e rientra nell’Area Marina Protetta di Punta Campanella.

Origine del nome

Per capire come mai l’arcipelago abbia questo nome, è opportuno sapere che esso è noto anche come “Arcipelago delle Sirene” o “Sirenuse”.

Nell’antica Grecia, le Sirene erano rappresentate diversamente da come insegna il nostro immaginario collettivo: esseri sì per metà donne, ma per l’altra metà uccelli anziché pesci. Sirene come galli, insomma.

Fatta questa premessa, va poi detto che – secondo la mitologia – sull’arcipelago vivevano tre sirene: Partenope, Leucosia e Ligea.

Ecco quindi l’origine del nome, che ancora oggi designa questo complesso di isole.

Interessante, vero? Continua a leggere e scoprirai altre curiosità.

Storia 

Dall’inizio dello scorso secolo, Li Galli è una proprietà privata. Dapprima l’arcipelago fu acquistato da Leonide Massine, famoso coreografo statunitense di origini russe, che qui (più precisamente sul Gallo Lungo) fece costruire la sua villa. 

Progettato dal celeberrimo Le Corbusier, l’edificio si erge ancora oggi in tutto il suo splendore.

Alla morte di Massine, Li Galli divenne dimora di un altro notissimo danzatore: Rudolf Nureyev. Toccante quel che si racconta a proposito del ballerino russo naturalizzato austriaco, e del suo intenso legame con questo luogo.

Forse già consapevole del fatto che le sue precarie condizioni di salute non gli avrebbero più consentito di tornare, Nureyev  salutò il Gallo Lungo baciandone gli scogli.

Era il settembre del 1992. Quattro mesi dopo, il mondo della danza avrebbe pianto uno dei suoi artisti più rappresentativi.

 

Li Galli oggi

Attualmente, il complesso di isole appartiene a un imprenditore campano, che l’ha trasformato in una delle mete più gradite dal jet set internazionale. 

Negli anni, Li Galli ha ospitato celebrità del calibro di Sofia Loren, Roberto Rossellini e Hillary Clinton, soltanto per citarne alcune.

Dunque, a poca distanza da Capri sorge un’ altra perla preziosa, l’approdo ideale per chi può permettersi una vacanza a dir poco esclusiva.

E in effetti, non si può parlar d’altro che di esclusività, dando un’occhiata al listino dei prezzi. 130 mila euro a settimana, che diventano 100 mila in bassa stagione, è quel che dovrai sborsare per regalarti un soggiorno da favola, degno di una testa coronata.

Sei rimasto a bocca aperta? È comprensibile, ma non ti scoraggiare.

Continua a leggere e capirai perché.

Soluzione low cost

Li Galli è e resta una proprietà privata. Pertanto, non si può mettere piede a terra a meno che non si sia invitati o non si disponga di un patrimonio pari a quello di zio Paperone.

Questo, però, non impedisce di ammirare (seppur soltanto dal mare) la bellezza dell’arcipelago, che tanto ha incantato dapprima Massine e poi Nureyev.

Come? Grazie agli operatori autorizzati alla navigazione nelle acque del parco marino di cui fa parte Li Galli.

I prezzi non sono eccessivi, pertanto accessibili anche a chi non ha il portafoglio a fisarmonica. 

Prenotando un tour in barca, apprezzerai più da vicino questo piccolo angolo di paradiso, che immortalerai in mille foto e in altrettanti video.

Una volta che avrai postato sui social queste bellezze, non vedrai l’ora di goderle in prima persona, poco ma sicuro.

La bellezza ipnotica del mare ti indurrà a mettere da parte lo smartphone e a tuffarti nelle incantevoli acque che lambiscono le coste de Li Galli, provando un’emozione incredibile senza neppure finire sul lastrico. 

Sei alla ricerca di un alloggio in prossimità de Li Galli? Visita Villa Il Turro e scegli la camera che preferisci. 

Stai programmando la tua vacanza in Penisola Sorrentina e cerchi spiagge suggestive? Ecco qualche consiglio per te.

 

 

Difficile affermare con certezza che sia soltanto il suo meraviglioso mare a rendere la Penisola Sorrentina famosa in tutto il mondo. Troppo vario è il turismo che ogni anno si riversa in questa zona, per supporre che esso sia composto esclusivamente dagli amanti dei tuffi e della tintarella. 

Allo stesso modo, è però impossibile negare che le acque cristalline di questo tratto di costa campana contribuiscano al fascino di Sorrento e dintorni.

Da queste parti, le spiagge che meritano di essere esplorate sono così tante che sarebbe impossibile elencarle tutte. Più opportuno è dunque limitarsi a suggerirne alcune, specie a chi ha a disposizione soltanto e vuole riempirli di momenti indimenticabili.

Ti interessa scoprire cinque tra le più belle spiagge della Penisola Sorrentina? 

Tuffati nella lettura di questo articolo e le conoscerai.

Giardino Romantico

Noto anche come Baia delle Sirene, questo lido naturale si trova nel territorio di Massa Lubrense. La spiaggia è composta prevalentemente da ciottoli e offre la possibilità di immergersi in un tratto di mare trasparente, quindi decisamente allettante. 

Per raggiungere questo luogo incantevole, bisogna seguire il percorso (lungo circa 2 km), che si snoda da Marciano (frazione di Massa Lubrense). Lungo il tragitto, si può ammirare un panorama mozzafiato, che fa da antipasto a ciò che ti aspetta una volta raggiunta la meta. 

Incastonato tra Punta San Lorenzo e la Cala di Mitigliano e situato di fronte a Punta Campanella, il Giardino Romantico offre la possibilità di un’immersione totale nella natura. 

La spiaggia è infatti circondata da circa 30 ettari di macchia mediterranea. Perciò, se oltre alle nuotate ami anche passeggiare nel verde, non lasciarti sfuggire l’occasione di visitare questa splendida insenatura.

Marina del Cantone

Situata tra la Baia di Ieranto e Recommone, questa è una delle spiagge più ampie della Penisola Sorrentina. Dotata non soltanto di stabilimenti balneari ma anche di tratti di arenile libero, Marina del Cantone offre una distesa di ciottoli che conducono a un’acqua meravigliosamente limpida, a cui ti sarà impossibile resistere.

Lontana dai circuiti della movida, dotata di ogni comfort e facilmente raggiungibile, Marina del Cantone è da tenere in considerazione sia per chi sogna una fuga romantica che per chi desidera qualche giorno di relax con i propri cari.


Arrivare a questa spiaggia è facilissimo. Basta giungere a Nerano (frazione di Massa Lubrense) e da lì seguire le indicazioni. Potrai muoverti sia con i mezzi pubblici (linea SITA, da Sorrento), sia con il tuo veicolo, per il quale ti sarà agevole trovare parcheggio  nelle strisce blu o in una rimessa a pagamento.

Oltre ad amare il mare sei anche un buongustaio? Allora sappi che a Marina del Cantone potrai gustare i famosi spaghetti alla Nerano, magari assaporandoli comodamente seduto sulla terrazza di uno dei tanti ristoranti presenti in zona. 

Cala di Mitigliano

Acque trasparenti e panorama suggestivo sono i tratti distintivi anche della Cala di Mitigliano, che però forse non è adatta a tutti. Contrariamente alla Marina del Cantone, questa piccola spiaggia ciottolosa, inserita in una baia di ampie dimensioni, poco si presta a chi non vuole rinunciare alle comodità. 

Il percorso per raggiungere la spiaggia è a dir poco difficoltoso, trattandosi di un sentiero sterrato (raggiungibile da Termini) immerso nel verde. Poco cambia se si sceglie il tragitto via mare. L’assenza di attracchi rende impossibile l’approdo, per cui o si mette in conto una bella nuotata, oppure ci si fa trasportare da un gommone di piccole dimensioni, in quanto tale capace di raggiungere la riva.

Per quanto possa apparire avventurosa, un’escursione alla Cala di Mitigliano è però da non escludere a priori. Qui ci si potrà immergersi in un mare limpido e godere di un paesaggio meraviglioso, con Capri così vicina che ti sembrerà quasi di poterla toccare. 

Da segnalare anche la presenza della Grotta di Mitigliano (o della Corvina), un paradiso per gli amanti delle esplorazioni subacquee.

Tordigliano

Riguardo Tordigliano, c’è da fare innanzitutto un chiarimento. Pur rientrando nel territorio di Vico Equense, questa piccola baia affaccia sul golfo di Salerno, non molto distante da Positano.

Charito ciò, va poi detto che Tordigliano è un’altra spiaggia da tenere in considerazione per chi vuole aggiungere un pizzico di avventura alla propria vacanza. 

Anche in questo caso, è il sentiero a rendere sconsigliabile la meta agli amanti del comfort. Il percorso, che inizia all’incirca all’altezza del km 8 della Statale Amalfitana n.163, è infatti impervio e costellato da fitta vegetazione.

Non da meno le spiagge (che sono due, una minore e l’altra di più ampie dimensioni), sprovviste delle comodità che si possono invece trovare a Marina del Cantone.

Insomma, se hai voglia di una vacanza selvaggia, Tordigliano è quel che fa per te. Qui potrai non soltanto godere di un mare limpido, ma anche di un panorama suggestivo. Da un lato, le pareti rocciose a strapiombo sul mare. Dall’altro, Punta Campanella e l’arcipelago de Li Galli.

Ieranto

L’elenco di spiagge “wild” non potrebbe dirsi completo senza nominare quella di Ieranto. Di piccole dimensioni, eppure fenomenale per quanto può offrire a chi desideri un tuffo in tutta tranquillità, anche a costo di rinunciare agli agi di un lido attrezzato.

Per raggiungere questo piccolo angolo di paradiso, occorre inoltrarsi lungo un sentiero – lo stesso che conduce a Mont’Alto e Punta Penna – e seguire le indicazioni che guideranno verso il mare.

Come già detto, si tratta di una spiaggia allo stato naturale, per cui è consigliabile dotarsi di cibo e acqua a sufficienza, e magari anche di occhiali da sole e crema solare. Perché quella a Ieranto deve essere ricordata come un’escursione piacevole, non certo come un incubo.

Vuoi alloggiare nei pressi di una di queste spiagge? Visita Villa Il Turro, dove troverai la soluzione più adatta alle tue esigenze. 

 

 

Sorrento e il suo territorio non hanno soltanto una vocazione esclusivamente balneare. Lo dimostra Monte San Costanzo, una meta molto ambita da chi fa trekking.

 

 

 

 

Sarebbe riduttivo pensare che la Penisola Sorrentina attragga soltanto il turismo balneare. Certo, è innegabile che questo territorio custodisca numerosi borghi marini da sogno, ideali per chi è alla ricerca di acque limpide, baie incantevoli e spiagge accoglienti. Eppure, la zona è così ricca di bellezze naturali che può soddisfare qualsiasi esigenza turistica. Perfino chi ai tuffi e alla tintarella preferisce le escursioni in terrestri, qui potrà godere della sua vacanza ideale. 

A realizzare questo desiderio non ci pensano soltanto Punta Campanella e la Baia di Ieranto. A queste, si aggiunge Monte San Costanzo, altra meta da non trascurare per chi predilige le passeggiate nella natura. 

Dunque, è tempo di scrollarsi di dosso l’idea che da queste parti soltanto gli amanti del mare possano trovarsi a proprio agio, e di scoprire angoli adatti a chi ama le passeggiate in montagna.Sei pronto a ricrederti? Allora dai inizio alla lettura. 

Dove si trova

Monte San Costanzo, che si erge a 495 metri sul livello del mare, spicca nel panorama di Massa Lubrense, di cui fa geograficamente parte. Il rilievo, che prende il nome dal patrono di Capri, era anticamente detto “Canutario”, in ragione delle affioranti rocce calcaree che lo rendono simile, per l’appunto, a un anziano canuto. 

Il massiccio si distingue in modo particolare perché ha due cime. Una, di livello inferiore, su cui sorge la chiesa dedicata a San Costanzo; l’altra, di altezza maggiore, sulla quale è posizionata un’antenna radio che svolge un ruolo fondamentale nel regolare il traffico aereo. Tra le due, si sviluppa una piccola ma fitta zona di verde, ideale per chi vuole fare quattro passi nel fresco rigenerante della Natura.  

Il sentiero

Per raggiungere il monte occorre compiere un tragitto, molto piacevole per chi ama il trekking.  Scarponcini ben allacciati, acqua e cibo a sufficienza, sono fondamentali per iniziare la camminata, che prende avvio da Termini, una frazione di Massa Lubrense. 

È proprio da qui che si snoda il sentiero (lo stesso che conduce a Punta Campanella) lungo all’incirca 400 metri. Percorso il tragitto, ci si troverà di fronte a un bivio, dove bisognerà proseguire per l’antica Via Minerva. Da qui comincia il sentiero Athena, che conduce in cima al massiccio. 

Trattandosi di un sentiero in salita, per giunta costeggiato da rocce, si consiglia di affrontarlo con un adeguato equipaggiamento, così da evitare di trasformare la passeggiata in un ricordo spiacevole. 

Una vista indimenticabile

Una camminata impegnativa ma piacevole, al termine della quale è prevista una sorpresa graditissima. Sì, perché raggiungere la vetta di Monte San Costanzo significa concedersi il lusso di ammirare un panorama di rara bellezza. 

Dalla sommità dell’altura, si potrà volgere lo sguardo verso il golfo di Napoli e le sue isole. Ischia, Procida e Capri (che da qui appare vicinissima) spiccheranno in tutto il loro splendore. Così come incantevole sarà  il golfo di Salerno e l’arcipelago Li Galli.

Insomma, che tu arrivi in vetta in pieno giorno o al tramonto, potrai essere sicuro di restare affascinato da un panorama incredibile, che ti invoglierà a scattare mille fotografie. 

Trekking, fotografia, e…

Probabilmente, gli appassionati di escursioni hanno già cerchiato di rosso il nome di questo monte. Così come hanno verosimilmente fatto gli amanti delle fotografie, allettati dalla possibilità di effettuare scatti “instagrammabii”.

Eppure, c’è altro. Monte San Costanzo è infatti in grado di attirare anche chi ha interesse per la geologia. Ciò in quanto le rocce calcaree che formano il massiccio sono in grado di preservare reperti fossili. È questo il motivo per cui il monte risulta essere uno dei siti geologici più importanti del Meridione, capace di richiamare ogni anno sia esperti e studiosi, che semplici appassionati della storia e dell’evoluzione del nostro pianeta.

Come arrivare?

È questa la domanda che ci si fa più di frequente, quando ci si prepara per un viaggio. A prescindere da quale sia la meta, ci si chiede se essa sia facilmente raggiungibile e se, altrettanto semplicemente, si potrà parcheggiare l’auto.

Arrivare a Monte San Costanzo è meno complicato di quanto si possa supporre. Tutto sta a raggiungere Termini, possibilità realizzabile sia in auto (o in moto) che in autobus (linea della SITA, direzione Marina del Cantone). Nel caso si preferisca utilizzare il proprio veicolo, sarà necessario puntare il navigatore verso Massa Lubrense e procedere lungo Via IV Novembre. In alternativa, si può raggiungere Sant’Agata sui Due Golfi e da qui immettersi lungo Via dei Campi.

E il parcheggio? Nessun problema. Specialmente nei periodi di minor flusso turistico, sarà semplice lasciare il proprio veicolo negli stalli di sosta e godersi la passeggiata in tutta serenità.

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